La Depressione è un disturbo del tono dell’umore. Con la parola “depressione” intendiamo spesso uno qualsiasi dei vari disturbi depressivi. Alcuni sono quelli descritti nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition (DSM-5) e si diffrenziano sulla base della complessità dei sintomi copresenti ed eziologia specifici: depressione maggiore, depressione persistente spesso indicata con il termine distimia, depressione post-partum che colpisce molte donne dopo la nascita di un figlio e altri disturbi depressivi specifici. La percentuale di persone che soffrono di depressione sembra aumentare costantemente nel tempo e, non a caso, l’OMS ha previsto che nel giro di pochi anni la depressione sarà la seconda causa di invalidità per malattia, subito dopo le malattie cardiovascolari.
Tutti i disturbi dello spettro depressivo presentano tratti comuni, definibili come frequenti e intensi stati di insoddisfazione e tristezza, tendendo a non provare piacere nelle comuni attività quotidiane. Le persone che soffrono di depressione vivono in una condizione di costante malumore e con pensieri negativi e pessimisti circa sé stessi, gli altri e il proprio futuro. L’umore è depresso per la maggior parte del giorno e in particolare vengono osservati :
calo di interesse e di piacere per tutte o quasi tutte le attività per la maggior parte del giorno;
calo ponderale con perdita e assenza dell’appettito oppure aumento del peso con alimentazione eccessiva ed incontrollata;
disturbi del sonno come insonnia oppure ipersonnia;
stato di agitazione psicomotoria oppure di rallentamentio psicomotorio;
debolezza e mancanza di energia;
sentimenti di autosvalutazione e di colpa eccessivi e non giustificabili;
difficolta alla concentrazione e incapacità nel prendere decisioni anche semplici;
comportamenti autolesionisti e pensieri ricorrenti di morte o di suicidio.
In casi particolarmente gravi laddove è a rischio l’incolumità della persona deve esserre considerata l’ipotesi di un ricovero ospedaliero.
La sensazione di perdita è alla base del vissuto depressivo. Essa può essere reale conseguente ad una separazione , una perdita, oppure essere fantasmatica cioè esistere solo a livello inconscio. Seguendo questa impostazione psicodinamica, un vissuto depressivo latente conseguente a traumi lontani e rimossi dalla coscienza, può essere riattualizzato da un episodio di vita reale.
Anche fattori ambientali e sociali vanno considerati nella genesi delle depressioni: la scuola, il lavoro le relazioni iterpersonali.
Recentemente è stata vista anche l’importanza di componenti genetiche e pare comprovato un fattore ereditario: in una grande percentuale di casi vì è un antecedente depressivo in almeno uno dei genitori.
Invece la neurobiologia pone attenzione su aspetti puramente organici, come la modifica dei recettori sinaptici da parte di neurotrasmettitori come la noradrenalina.
La psicoterapia ha un ruolo portante e fondamentale nella risoluzione della depressione, anche se affiancata da terapia farmacologia. Attraverso la relazione terapeutica si intraprende un percorso di analisi esperienziale ed emotiva che porta a sciogliere quei nodi che non hanno reso possibile l’erlaborazione della perdita. L’ipnosi ericksoniana attraverso il rilassamento può aiutarci ad abbassare quelle difese cognitive che impediscono la presa di coscienza di alcuni eventi portanti e l’emersione di materiale emotivo completamente rimosso. Essa favorisce, attraverso la distensione e il “lasciarsi andare”, la fruizione di immagini positive che contrastano il senso di vuoto, d’inadeguatezza e di pensare il proprio futuro.
Articolo a cura della
dott.ssa Elena Michelis
Psicologa Psicoterapeuta a Cuneo
Dott.ssa Elena Michelis Psicologa Psicoterapeuta
Cuneo
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